Chit-Chat

Cool Stuff 16 Nov 2022
Francesco Grazioso

Scene in cui è impossibile non immedesimarsi - Volume 2

Quanti di voi si sono sentiti smarriti, incompleti, traditi da quel “continua…?” con cui, tanti articoli di Chit Chat fa, finiva “Scene in cui è impossibile non immedesimarsi", al quale è seguito un assordante ed insopportabile silenzio? Tanti, troppi. Sembrano passati sette mesi, non è vero? E infatti, esattamente sette mesi dopo, eccovi accontentati: benvenuti a “Scene in cui è impossibile non immedesimarsi - Volume 2”, l’appuntamento più atteso subito dopo le pagelle di Sanremo (Ah, giusto per evitare pianti isterici a febbraio, ve lo diciamo ora: nel 2023 niente pagelle la settimana del Festival. Appuntamento al 2024).

Ma dove eravamo rimasti? Di cosa si parla in “Scene in cui è impossibile non immedesimarsi? Oltre a poterlo scoprire nel Vol. 1 qui, parliamo di film e canzoni. In particolare “canzoni diegetiche”, ovvero canzoni all’interno di un film che anche i personaggi stessi del film stanno ascoltando… o almeno così pare. Ancora più nel particolare, questo “studio fine a sé stesso” parla di momenti di racconto eterogenei che ritagliano all’improvviso un momento a sé, slegato da tutto, come fosse un piccolo videoclip, tanto che tutti questi video, visionati singolarmente, mantengono ugualmente la loro forza comunicativa. 

Perché (e questo era il messaggio alla fine della prima parte) non dobbiamo mai trascurare le cose che leggiamo o guardiamo e che ci trasmettono emozioni, soprattutto quelle più piccole ma profonde. Dobbiamo cercare di capire il perché, cosa c’è che mi coinvolge così tanto? È la canzone? Il ballo? E perché nonostante sia un qualcosa di surreale riesce ad essere così legato al racconto? Tutto ci parla, le canzoni all’interno di film e serie tv interagiscono con la storia, ce la anticipano o la completano, oltre ad integrare l’esperienza dello spettatore e come percepisce ciò che sta guardando. Perché da sempre e per sempre il segreto è tutto lì, nella canzone giusta al momento giusto.”

Bene, dopo essere tornati sul pezzo, ecco altre 6 scene da 5 film in cui è impossibile non immedesimarsi… o perlomeno è impossibile, a film finito, non voler rivedere la scena. Non bisogna prendere proprio tutto tutto alla lettera.

 Goodbye Horses, Il silenzio degli innocenti (1991)

Questo thriller senza tempo ha tanti record, per citarne tre: ha permesso di vincere il premio Oscar con il minor minutaggio della storia (i 24 minuti e 52 secondi di Anthony Hopkins), è il primo film “visto” al cinema da chi scrive (10 giorni, all’Arena di Forlì, dopo una lunga trattativa alla cassa dove erano molto fiscali sul divieto dei 18 anni), e, infine, contiene uno dei cattivi più viscidamente, tetramente, angosciosamente sensuali della storia del cinema. Nonostante le sue pratiche brutali, poi applicate alla sartoria, lo vediamo muoversi sinuosamente sulle note di “Goodbye Horses” dei Q Lazzarus, in una delle scene più inquietanti del film. Un istante che si scollega da tutta la drammatica storia del serial killer Buffalo Bill per sposare l’umanità dell’uomo che si ammira allo specchio. Magari senza tenere una ragazza imprigionata nel pozzo… ma chi di noi non ha mai cantato allo specchio, credendoci tantissimo, esattamente come se fosse davanti al pubblico?

I will survive, In&Out (1997)

Viriamo sulla commedia ( con un film troppo sottovalutato, per giunta). Qui abbiamo un esempio di come la nostra vera natura può resistere a (quasi) tutto ma davvero a (quasi) tutto, tranne alla musica. Ci sono canzoni irresistibili che, una volta partita, devono essere ballate, lo richiedono, anche se potrebbero mettere a repentaglio la nostra credibilità e la nostra immagine da insegnante modello. Ma è giusto così, chi sta fermo è perduto. Perché la musica è e deve essere oltre ogni becero pregiudizio, oltre ogni imposizione.

Un’emozione da poco, Lo chiamavano Jeeg Robot (2015)

Triplo salto mortale ed arriviamo sul nostro gran bel Stivale per una prova (anzi due) di come il binomio film-canzone possa funzionare anche con la combo film-canzone all’italiana, spesso bistrattata dal pubblico nostrano. L’antagonista del film, oltre a spacciare, picchiare, minacciare, uccidere e portare avanti tante altre attività tipicamente italiane, adora interpretare piccoli ruoli da showman che mette in mostra sia sul palco, esibendosi nella canzone di Anna Oxa di fronte alla camorrista Nunzia, sia nella “vita privata”, sempre di fronte a Nunzia ma questa volta non per intrattenerla, bensì per trovare lo stimolo necessario per “stringerla a morte”, seguendo in modo didascalico il testo di Nada. Due momenti diversi, agli antipodi, in cui la musica è protagonista diegeticamente e supporta e stimola i due lati del carattere dell’antagonista, nel bene e nel male. Ancora una volta sono le canzoni a portare avanti il motore della narrazione.

Ti stringerò, Lo chiamavano Jeeg Robot (2015)

You make my dreams come true, 500 giorni insieme (2009)

Uno dei film hipster per eccellenza che ha plasmato una generazione di innamorati, facendoli sperare e soffrire. Un film dalla soundtrack meravigliosa, zuppo di capolavori e riferimenti alle canzoni che il protagonista ascolta nel corso della storia, in particolare possiamo citare l’entusiasmo degli Smiths: “And if a double-decker bus crashes into us, to die by your side is such a heavenly way to die”. Ma vogliamo qui proporre uno dei momenti più felici di “(500) giorni insieme” (mannaggia ai traduttori), quello relativo alla mattina dopo la prima notte insieme dei protagonisti. Un momento paradisiaco per Tom, lui, innamorato perso di Sole, lei, che si immagina di vivere una sorta di musical immaginario (e tutti quanti lo abbiamo fatto almeno una volta), in cui il mondo intero sembra voler partecipare ad un ballo universale di felicità per festeggiare un amore che, però, proprio perché si parla di vita vera, è destinato a… vabbè, niente spoiler. Godiamoci questa felicità momentanea e danziamo con Tom.

Space Oddity, I sogni segreti di Walter Mitty (2013)

In questo film, remake di “Sogni proibiti" del 1947, il protagonista Ben Stiller non riesce a resistere alle divagazioni della sua mente, lasciandosi andare talmente tanto alla sua immaginazione che gli sembra di vivere in prima persona qualsiasi cosa che la sua fantasia gli propone, portandolo a non riuscire a gestire al meglio la cruda realtà quotidiana. Questo limite sembra frenarlo nel prendere decisioni di ogni tipo, in paticolare le più rischiose, soprattutto emotivamente. Ma è proprio grazie a questo ennesimo “volo mentale”, supportato e condotto dalle note di una delle più belle canzoni della storia della musica, che riesce a prendere la più rischiosa ed importante delle decisioni, capace di svoltargli la vita: saltare su un elicottero in partenza, in Islanda, alla ricerca di un negativo di una fotografia, fondamentale per la sua carriera. 

Certo, fornire potenza ad una scena grazie ad alcune canzoni rispetto che ad altre è decisamente più facile. Forse anche io supportato dalla voce di David Bowie salterei sopra un elicottero guidato da un ubriacone, lontano da tutto e da tutti. Anzi, non è detto che non lo vada a fare proprio ora.

Come dici? Ci sono “scene musicali nei film” in cui ti immedesimi ogni volta che le vedi e vorresti averle vissute in prima persona? Scrivicele subito per il Volume 3 di “Scene in cui è impossibile non immedesimarsi”!

(Continua…?)

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