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Cool Stuff 15 Apr 2022
Francesco Grazioso

Scene in cui è impossibile non immedesimarsi.

Qual è l’obiettivo della comunicazione? Rendere i contenuti interessanti, cercare interazioni, coinvolgere, fino al successo massimo: fare immedesimare nel nostro racconto chi ci ascolta.

Spesso è difficile, alcune volte è praticamente impossibile, ma quando ci riusciamo è veramente una vittoria che ci riempie d’orgoglio.

Parlando di comunicazione digital, ovviamente, il grado di difficoltà sale vista la scarsa attenzione che ci viene fornita e il pochissimo tempo a disposizione che abbiamo per fare scoccare la scintilla, ma in altri luoghi, altri spazi comunicativi, le possibilità aumentano e la storia può essere allungata nel tempo. Basta la giusta battuta, uno sguardo, un movimento, una canzone e scatta la magia. È la potenza del cinema.

Da sempre, la sottolineatura musicale in un film cambia il sapore alla storia e la percezione di chi guarda; la musica entra da un universo parallelo, copre i rumori della città e del reale per dare enfasi ad un momento particolare: è la musica extradiegetica, ovvero quando la fonte sonora non è presente all’interno del film ma noi la accettiamo ugualmente, è un patto con quello che guardiamo.

Ma quando la musica è diegetica? In quel caso ciò che stiamo ascoltando viene sentito anche dai personaggi dei quali ci stanno raccontando la storia.

Beh, è in quei casi lì, quando anche all’interno del film non riescono proprio a resistere alla forza della musica per scatenarsi e offrire un momento “umano” allo spettatore che prendono vita i momenti più coinvolgenti e appassionanti, quelli che fanno venire la voglia di iscriversi al volo ad un corso di recitazione per poter girare anche solo una di quelle scene.

E non parliamo di musical, sia chiaro, quello è un campionato a parte. Parliamo di film non musicali nei quali ad un certo punto qualcuno spinge “play” e saltano gli schemi.

Per puro godimento, perché è questa la forza della narrazione, della comunicazione più pura, ecco a voi sette momenti musicali che, in modi diversi, fanno esplodere l’emozione.

Crapa Pelada, Breaking Bad (2008-2013)

Ma è una canzone in italiano? In milanese? È il Quartetto Cetra?! Ma sei sicuro di aver messo Breaking Bad? Queste domande sorgono spontanee guardando una scena a prima vista semplice ma che racchiude dentro sé tantissimo coinvolgimento emotivo e strati di significato. una scena fatta di gesti domestici, quotidiani, inseriti in un macro racconto fatto di traffico di droga e omicidi. Gale canta con grande tranquillità di una “crepa pelada” che prepara “tortelli” che non da ai suoi fratelli, per gli appassionati di Breaking Bad: viene in mente qualcosa?

Hot stuff, Full Monty (1997)

Impossibile rimanere fermi ascoltando “Hot stuff”, la spalla si muove, il bacino parte inesorabilmente a prescindere. Figuriamoci se ad ascoltarla è un gruppo di squattrinati senza capo né coda che sta preparando uno spettacolo proprio su quella canzone. E poco importa se sei in coda in un ufficio pubblico, se la musica parte, fermo non ci puoi stare.

I say a little prayer, Il matrimonio del mio migliore amico (1997)

Sei a tavola con alcuni sconosciuti altolocati, per fare bella figura stai raccontando un sacco di cavolate che stanno appassionando tutti. Arrivato al culmine dell’ennesima balla, però, non sai più come continuare. Bisogna dissimulare. Come si fa? Inizio a cantare. E qui possono succedere due cose: figura di cacca clamorosa e tutti mi guardano come un pazzo, oppure la tavolata viene coinvolta nella canzone, tiriamo in ballo tutto il ristorante e finiamo a cantare allegramente. Per l’esito, vi lascio guardare il video. Chi non vorrebbe essere Ruper Everett in quella tavolata? 

What a life, Un altro giro (2020)

Quando non hai più niente da perdere e stai toccando il tuo basso più basso bisogna provarle tutte, anche vivere una vita perennemente ubriaco, così da vedere tutto sotto un altro punto di vista. Andrà meglio? Peggio? Sicuramente non è socialmente accettato, ma riesci a ritrovare quel senso di libertà perso da tempo che ti aveva incastrato mentalmente e fisicamente, quello che non ti faceva più ridere, né cantare, né ballare. E, a quel punto, quanto è bello lasciarsi andare: what a life, what a life, what a beautiful, beautiful ride.

We are not alone, Breakfast Club (1985)

È nel momento della privazione della libertà che capisci quanto sia importante vivere la vita senza pensieri, non perdere tempo in inutili pregiudizi e quanto basti anche solo un disco per evadere, seppur mentalmente. Mai mettere in punizione cinque studenti tutti insieme, anche se sono diversissimi tra loro, anche se si odiano.

You never can tell, Pulp Fiction (1994)

Non c’è bisogno di troppe spiegazioni. Sfido chiunque abbia visto questo film a non aver provato anche solo una volta a ballare come Mia Wallace o lasciare partire il ginocchio come Vince Vega. Una delle scene di ballo per eccellenza, una coreografia che ha fatto la storia e quasi fa venire meno l’enorme spargimento di sangue in ogni angolo del film.

Heroes, Jojo Rabbit (2019)

“Dopo la guerra c’era una voglia di ballare che faceva luce”, nulla può descrivere meglio di questa frase di Guccini il finale di questo piccolo grande capolavoro di Taika Waititi. Una scena piena di commozione e pathos, all’interno della quale i protagonisti iniziano a ballare sulle note di un capolavoro che noi possiamo sentire (solo dopo un po’), ma loro proprio no. La musica la sentono nell’aria, nella voglia di libertà e la possibilità, finalmente, di metterla in pratica, eroi anche solo per un giorno.

Film e racconti eterogenei che ritagliano all’improvviso un momento a sé, slegato da tutto, come se fosse un piccolo videoclip, tanto che tutti questi video, visionati singolarmente, mantengono ugualmente la loro forza comunicativa. Non dobbiamo mai trascurare le cose che leggiamo o guardiamo e che ci trasmettono emozioni, soprattutto quelle più profonde, cerchiamo di capire il perché, cosa c’è che mi coinvolge così tanto? È la canzone? Il ballo? E perché nonostante sia un qualcosa di surreale riesce ad essere così legato al racconto? Tutto ci parla, le canzoni all’interno di film e serie tv interagiscono con la storia, ce la anticipano o la completano, oltre a completare l’esperienza dello spettatore e come percepisce ciò che sta guardando. Perché da sempre e per sempre il segreto è tutto lì, nella giusta canzone al momento giusto.

(Continua…?)

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