The animator survival kit

Design 11 Ott 2022
Chiara Paradisi

The animator's survival kit

"Che lavoro fai?"
"Sono una Motion designer."
"Eh?"
"Faccio animazione!"
"Cioè? Sei tipo un’animatrice nei villaggi turistici?"
"No. Animo le cose :) Creo dei video partendo da illustrazioni e grafiche."
"Aaah fai tipo i cartoni animati!"
"Eh vabé, diciamo così."

Difficile riassumere il lavoro di un motion designer, i campi sono davvero tanti e vasti. La parola animazione è solo un “ombrello” sotto cui viene racchiuso tutto ciò che è in movimento.
Motion graphic significa, infatti, grafica in movimento, portare la conoscenza del design a nuovi mezzi aggiungendo gli elementi del tempo e dello spazio, dare vita a qualcosa che prima era statico. Quando qualcosa inizia a muoversi diventa immediatamente più coinvolgente, capace di esprimere nuovi concetti e di creare infinite possibilità di comunicazione. Dare vita a degli elementi grafici, però, non è un lavoro semplice. A differenza di altri campi di animazione non ci sono delle naturali o predefinite modalità di animazione. Mi spiego meglio. Ad esempio, in un cartone (tipo quelli della Disney, insomma) puoi attingere ad infinite reference dal mondo reale per capire come animare un personaggio o un animale, studiandolo e replicandone i movimenti. Nel campo del Motion Design, invece, si può dire che te lo devi un po’ inventare. Non ci sono reference in natura per capire come animare un testo o delle forme astratte: il motion designer analizza e studia i movimenti del mondo reale, mette insieme diverse variabili e competenze per creare qualcosa di nuovo cercando di renderlo più umano possibile, ma allo stesso tempo affascinante e diverso da ciò che siamo abituati a vedere tutti i giorni. Non è facile, eh! Però ci si prova. Credo sia necessario avere 4 componenti per affrontare questo lavoro, potranno risultare forse banali, ma pensandoci bene non sono scontate per niente.

  • Curiosità. C’è una frase di Achille Castiglioni che mi ha sempre dato fastidio, un po’ perché pensavo fosse una cosa scontata, di quelle citazioni che leggi su frasi.it, un po’ perché in università me la ripetevano almeno 563 volte al giorno e, insomma, per farla breve, mi aveva rotto; però, che dire, è proprio vera: “se non siete curiosi, lasciate perdere. Se non vi interessano gli altri, ciò che fanno e come agiscono, allora quello del designer non è un mestiere per voi.”. Se lavori in questo ambito devi essere affamato di novità. Ogni volta che analizzo una situazione riesco a rendermi conto di quanto sono ignorante, che è sempre un po’ uno scontrarsi con la propria autostima, ma allo stesso tempo un' opportunità di fare cose nuove e stimolanti. Non parlo solo del rimanere aggiornato sulle mode e gli ultimi trend, ma anche di passione. Cosa ti appassiona veramente? Come puoi integrarlo al tuo lavoro di tutti i giorni? Ogni cosa o persona che ci circonda è fonte di conoscenza e approfondimento. È una sfida continua con noi stessi: informarsi, scoprire nuovi metodi, ascoltare e capire cosa farsene di tutto ciò che si è appreso.
    Ad esempio, uno dei miei primi approcci al mondo dell'animazione è nato dalla passione per la storia dell'arte: studiando Dalì scoprii un cortometraggio frutto della collaborazione tra l'artista e Walt Disney. Un capolavoro assoluto che vi linko qui sotto perchè è troppo bello, guardatelo!
  • Ricerca. Eh beh, la curiosità non può mica andar da sola. Va bene, chiaro, una cosa mi incuriosisce ma poi non è che può morire lì, la deve essere studiata, capito: va fatta tua. Nell’ambito del motion design è importantissimo studiare e ricercare ciò che è già stato fatto per capire, imparare e cercare di farlo meglio. Trovare reference, capire quali sono i trend del momento e fare uno studio approfondito del cliente per cui stiamo realizzando un progetto è la base per poter realizzare un’elaborato efficace e impattante.
  • Pazienza. Parliamo di cose più pratiche: non è facile addentrarsi nel magico mondo di Adobe, cinema 4D, Maya ecc., ecc.. Bisogna provare e riprovare prima di riuscire ad utilizzare al meglio i programmi, tutorial dopo tutorial, corso dopo corso. E, purtroppo ci vuole una cosa che io sempre inseguito: la costanza. Sono programmi difficili e non intuitivi: puoi anche fare un’estate intera di tutorial su Cinema 4D, ma, se poi non ci metti mano per un anno intero, dimentichi tutto (basato su una storia vera, ndr). Inoltre, è davvero difficile ma importante imparare a gestire il tempo: nel nostro lavoro le deadline sono essenziali così come anche fonte di grandi ansie. Se non impari a gestirle "l’è un bel casèn" (in italiano: "sono guai grossi"). E di pazienza, amici miei, dovete averne un’infinità. Chiunque abbia un lavoro in cui deve avere a che fare direttamente con un cliente si troverà d’accordo con quello che sto dicendo, non ho dubbi. In un ambito come quello del motion design, un campo abbastanza recente e, quindi, per molte persone nuovo e sconosciuto, devi averne TANTISSIMA... vallo a spiegare al tuo cliente boomer testardo che il video promozionale per la sua azienda non può durare 2 ore e 52 minuti, fammi sapere quanto ci metti a convincerlo poi, se ci riesci. 
  • Condivisione. Condividere è necessario, per noi stessi così come per gli altri. Lo scambio di informazioni è vitale per cavarsela in certe situazioni, come quando ad esempio devi fare una transizione nuova o un export con un settaggio diverso da quello che hai utilizzato sempre, e che se non ci fosse quel tuo (santo di un) collega ad aiutarti non sapresti proprio da che parte farti. È pieno di blog, gruppi Facebook o chat con altri motion designer pronti ad aiutarti o in disperata ricerca di aiuto per quel error 7::40 di After effect che gli è comparso all’improvviso. Condividendo il tuo lavoro, dai l’opportunità a un altro motion designer come te di continuare ad innovarsi e scoprire cose nuove! Ah, e ritornando al discorso della pazienza, sii pronto anche alle critiche. :)

Insomma, dopo tutto 'sto discorsone su ricerca e condivisione volevo lasciare qui qualche spunto per i curiosi su cosa cerco di applicare sempre alle mie animazioni, sperando possa essere utile a qualcuno, assieme a qualche reference di cose che ho fatto.

1.Linee & trim paths
Per quanto possa essere uno degli strumenti base di After effect, sono innamorata del trim path: linee che si costruiscono e si incontrano in maniera fluida per dare vita a un nuovo disegno. Linee che delimitano o che aprono possibilità a nuovi contesti e messaggi. Insomma, mi piace giocare con le linee. Le linee danno una direzione, definiscono le forme e dettano persino uno stato d'animo.

2.Mix tecniche
Sperimentare, mettere insieme 2D e 3D, provare a realizzare animazioni a passo 1 è super stimolante. Ogni tecnica di animazione genera un effetto visivo completamente diverso e comunica in maniera differente. Cercare di mettere insieme diverse tecniche non fa altro che arricchire ancora di più la composizione e permette di confrontarsi con nuove sfide.

3. Kinect Typography

Difficilissimo. Giocare con in font senza snaturalizzarli e riuscendo comunque a non alterare la leggibilità dei testi è davvero difficile ma allo stesso tempo così efficace. Animando una parola puoi riuscire ad urlarla oppure a sussurrarla anche solo alterando la scala dell’elemento. È un campo vastissimo pieno di possibilità!

4 Squash & stretch

Lo squash & stretch è uno dei principi base fondamentali che ho imparato leggendo “The Animator survival kit” di Richard Williams. Il principio si basa sul fatto che solo gli oggetti rigidi rimangono immutati durante il movimento mentre gli altri tendono a cambiare forma. Lo notiamo molto bene nel movimento di una pallina: se creiamo un’animazione in cui la pallina rimbalza da un punto A a un punto B senza allungare e distorcere la sua forma, l’effetto risulterà poco realistico e molto "scattoso". È importante, quindi, saper alterare una forma in movimento per rendere l’animazione più fluida e cercare di renderla più simile a ciò che il nostro occhio è abituato a vedere.

5.Texture

Giocare con le texture e gli effetti granulosi rende le immagine più ruvide e naturali, donando un aspetto più autentico alle illustrazioni. Permettono di lavorare sulle profondità e aggiungono un tocco di qualità in più alle animazioni.

6. Sound

Gli ultimi due punti, forse, sono più importanti. Parliamo dei suoni... possono cambiare tutto! Un suono di transizione, ad esempio, in base a quanto è acuto o basso, può cambiare come avvertiamo la pesantezza di uno spostamento. Bastano anche solo i rumori di sottofondo per mutare la percezione che abbiamo di una determinata scena. Per non parlare poi della soundtrack! Fondamentale (e per me sempre molto difficile da scegliere). Per rendere il video ancora più immersivo ed efficace, è importante avere un buon senso del ritmo, sapere calibrare la animazioni in base ai suoni, studiarne i tempi e l'efficacia.

7. Storyboarding

Ultimo, ma sicuramente non per importanza, disegnare lo storyboard. Questo strumento serve a noi per capire cosa andremo a realizzare, in che tempi di produzione, quali saranno la scene principali e molto altro... ma soprattutto serve per concordare da subito assieme al cliente il da farsi... in modo da non doverci trovare alla fine con 500 modifiche non previste. Bisogna SEMPRE partire dallo storyboard per definire ogni dettaglio e poter lavorare in maniera più fluida e chiara durante la produzione. In più, è sempre un buon modo per non perdere l'abitudine di disegnare con carta e penna. ;)

Concludo linkando qualche profilo Instagram interessante di studi o freelance che ammiro e seguo per rimanere sempre aggiornata / affascinata dal loro lavoro. Have fun!

https://www.instagram.com/rocketpanda/
https://www.instagram.com/illotv/
https://www.instagram.com/racoon_studio/
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