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Cool Stuff 04 Mar 2021
Francesco Grazioso

Sanremo: le pagelle di Soze – IIª parte

“Ed eccoci qui! Buonasera e benvenuti alla seconda serata della 71ª edizione del Festivàl della canzone italiana!”

Io non mollo con questo incipit (vedi pagelle di ieri qui), metti che qualcuno di mamma Rai mi legga e vuole puntare su un presentatore sconosciuto e finto giovane… oh, io ci sono.

Continuiamo imperterriti a giudicare, senza che nessuno ce l’abbia richiesto, il momento di televisione italiana che divide l’Italia in tre, come la Gallia nel “De bello gallico”: chi lo guarda, chi non lo guarda e chi si sente in dovere di ostentare il fatto che non abbia mai guardato il Festival in tutta la sua vita. E io me li immagino, questi ultimi, dopo averlo ribadito per la quindicesima volta su questi famosi social network, soddisfatti ma soli, nella loro cameretta, intenti ad ascoltare un CD del loro gruppo preferito, anzi, il loro nuovo gruppo preferito perché quello prima l’hanno abbandonato: era diventato troppo commerciale.

Bando alle ciance, anche se mi sembra di non essere mai andato a letto da martedì, immergiamoci nella ridente città di Sanremo (ah, per chi non lo sapesse il patrono di Sanremo e San Romolo), più precisamente al teatro Ariston, giusto in tempo per vedere che i seggiolini, obbligatoriamente vuoti, sono stati riempiti con una serie di palloncini dotati di volto di una tristezza infinita, tra i quali ne spunta uno a forma di pene. Non male.

Partiamo con i voti (quelli dei giovani sono sempre in fondo).

N. B.: tutti i giudizi sono stati sfornati dopo il primo ed unico ascolto della diretta.

N. Benissimo: la scala di giudizi è al di fuori da un mondo musicale che racchiude anche Beatles, Lucio Dalla e Battisti ed è inserita in un mondo parallelo fatto solamente di questa giornata di festival.

Orietta Berti, “Quando ti sei innamorato”: 6

Uno pensa “ma che bello che Orietta Berti abbia chiamato la figlia come lei e che coltivi la stessa passione per la musica!”. E invece no, è proprio l’originale Orietta Berti che, grazie ad una teca che ferma lo spazio-tempo nella quale vive da anni, riesce a non invecchiare dal 1988. Tralasciando le dichiarazioni della settimana (ha detto che non avrebbe mai voluto partecipare alla gara e che, comunque, delle canzoni proposte è stata scelta quella più brutta) che le avrebbero garantito un 8, tralasciando il fatto che è stata inseguita dalla polizia per aver sforato il coprifuoco che le avrebbe garantito un 9, tralasciando le conchiglie sulle “sise”… non posso non darle la sufficienza, tappandomi un po’ il naso.

Bugo, “E invece sì”: 6

Sul palco gli è stato consegnato il premio come “campione mondiale di pazienza”, visto quello che ha dovuto sopportare in questi 13 mesi tra meme, scherni e dichiarazioni, anche nelle ultime settimane, di quell’altro folle. La sua voce è un mistero ma non riesco a non provare un profondo affetto nei suoi confronti… gli hanno anche palesemente sbagliato la taglia del completo. Carino il pezzo ma in realtà non ho mica capito.

Laura Pausini: 0

All’improvviso è il 1999 e sono tutti felici. Tranne me. Non sto a dilungarmi troppo perché mi inimicherei metà Italia e tutta l’America Latina. Mi limito a dire: “una cicatrice sul volto della Romagna”.

Gaia, “Cuore amaro”: 6,5

Anche quest’anno serviva un’iniezione di “musica e il resto scompare”. L’anno scorso, però, anche la musica era scomparsa, almeno questa volta rimane sul palco con onore lasciando twerking vari fuori. 

(Sono cattivo perché mi sto annoiando, spero in una svolta)

Lo stato sociale, “Combat pop”: 7

Caro Lodo, ti ricordi quella volta nel 2013 che a Bologna mi hai detto che saresti venuto ospite alla mia trasmissione in radio e mi hai fatto scrivere una mail per ricordatelo e io ti ho aspettato e tu non sei mai venuto? Bene, non mi è ancora andata giù. Il fatto che l’esibizione fosse praticamente senza di te permette di partire già con un 6. Aggiungiamo che la canzone è una ventata di freschezza da prendere a pieni polmoni, aggiungiamo che avete portato un trasformista, cosa che a me piace da impazzire da sempre. Beh, mi è piaciuto.

Omaggio a Morricone: voto sospeso

L’omaggio a Morricone è sempre doveroso… ma visto che voglio fare il puntiglioso fino alla fine: di tutte quelle che c’erano e che danno una carica micidiale (“Il buono, il brutto e il cattivo”, “Mission”, “C’era una volta in America”) perché “Metti una sera a cena”? Chi c’è dietro? E lo Stato dov’è?

Il Volo: 4 (pregiudizio mio, ma non posso farci niente)

Come per le colonne sonore… ma di tutti quelli che c’erano, proprio Il Volo?

La rappresentante di lista, “Amare”: 6,5

Come per la coppia Colapesce-Di Martino, si parte con un affetto di base gigante in quanto colonna sonora di belle giornate universitarie. Da sottolineare il titolo originalissimo per Sanremo… diciamo che hanno fatto di meglio, ma sono bravissimi.

Gli autori di Fiorello: 2

Non vedete che lo state uccidendo? Lasciatelo stare! La canzone “simil Vasco” è una delle più grosse porcherie della storia, subito dopo ai banchi a rotelle.

Malika Ayane, “Ti piaci così”: 6,5

Nonostante persista l’ovosodo in gola “che non va né su né giù, ma che ci fa compagnia come un vecchio amico” che le dona questa voce tutta matta, le voglio bene e sicuramente c’è stato di peggio.

Alex Schwazer: 6 a lui, 3 all’intervista

Destino beffardo: vittima di una storia “marcia”. E poi continuano a dire che è “campione di urine”… ma no! È un corridore. A parte gli scherzi, hai la possibilità di intervistare uno che è stato sulle prime pagine dei giornali fino a una settimana fa e te la giochi così. La domanda più interessante è stata “come stai?”.

Gigliola Cinquetti, Fausto Leali e Marcella Bella: 10 sperando non succeda più.

Sono stato ipnotizzato dalle scarpe da ginnastica di Fausto per tutto il tempo. Fausto. Che pochi mesi fa è stato cacciato dal Grande Fratello per aver usato più volte la famosa “N word” e adesso è lì, bello bello, a godersi uno dei momenti più belli della sua vita. È apprezzabile che abbiano voluto far divertire tre anziani. Momento straordinario.

Ermal Meta, “Un milione di cose da dirti”: 3

Mi dispiace, ma non mi dice assolutamente nulla. Senza stare a perderci troppo tempo. (A fine serata risulterà primo, ndr)

Extraliscio feat. Davide Toffolo, “Bianca luce nera”: 8

Lo senti questo profumino di Romagna? Lo senti questo bel gusto di musica bella? La senti la nostalgia di quell’estate andata dove hai lasciato andare quell’affetto a cui stai ancora pensando? Bene.

Gigi D’Alessio e i suoi amici gggggiovani: 1

Incommentabile.

Achille Lauro: s.v.

Personalmente la più grande delusione del festival. Aveva annunciato con trombe e tromboni delle figate assolute. Presenta i suoi singoli (questo in particolare ricalcando il videoclip). Boh, molto fine a sé stesso.

Random, “Torno da te”: 2

Entra carico come me quando riapriranno i pub. Mi fa una tenerezza infinita ma è un pochino inascoltabile. Chiude l’esibizione dicendo qualcosa che si era preparato da giorni, mesi, anni… ma non si capisce: “Forza Sanremo”? “Ho fatto Sanremo?”

Fulminacci, “Santa Marinella”: 6,5

Bello sereno, arriva lì, con il suo bel chitarrino e ci canta la canzone che tutti ci saremmo aspettati da lui. 

Willie Peyote, “Mai dire mai (La locaura)”: 7,5

La canzone parte con una citazione di Boris. Esattamente quella citata nelle pagelle di ieri, scusatemi eh. Ormai è l’alba ma il buon Guglielmo riesce a risvegliare anche la salma in cui mi sono trasformato in queste 5 ore di diretta… e poi, santiddio, un po’ di parole e contenuti, finalmente.

(È l’1 passata e mi sono, come dire, un po’… rotto i…. ma proseguiamo.)

Giò Evan, “Arnica”: 4,5

Ha fatto anche cose buone… ma cosa sono quelle mossettine e quei braghini corti? E poi non dimentico dove sono state utilizzate le tue cit.

Irama, “la genesi del tuo colore”: 6

Vince il premio Sfiga 2021 per un positivo nel suo staff guadagnandosi subito una stima sommaria. In più, io mi preoccupo quotidianamente dell’avanzata dei miei capelli bianchi… poi vedo Filippo Maria Fanti in arte Irama che in un anno invecchia x7 come i cani e mi rassereno. Sarà l’orario ma non mi dispiace.

Elodie: 10

Lei e Matilda in due giorni hanno annientato chiunque altro sia salito sul palco per presentare. Il monologo è bellissimo perché, e non è banale, è vero.

Giovani:

Wrongonyou, “Lezioni di volo”: 6. Io pensavo fosse un gruppo.

Greta Zuccoli, “Ogni cosa sa di te”: 5 Ma quanto è andato il rosso quest’anno?

Davide Shorty, “Regina”: 5,5. A X Factor mi sembrava meglio.

Dellai, “Io sono Luca”: 3 Vorrei fare un articolo a parte su di loro. Imbarazzanti. Aridatece i Sonohra.

Siamo alla seconda serata e abbiamo già la prima vittima: il carrello porta-fiori sostituito da un belloccio. Ma va bene. Classifica finale, come sempre, allucinante e che mette ancora più in crisi il diritto di voto in Italia. Ma sappiamo che da qui a sabato si potrà confermare o ribaltare il risultato.

Beh… eccoci qua, le abbiamo ascoltate tutte. Il mio lavoro finisce qui.

Anche io ho una vita e non posso stare concentrato tutti i giorni della settimana fino alle 2 del mattino per il Festival. O forse sì? Magari resto sveglio ma meno concentrato. Oppure dormo con la tv accesa in modo che le informazioni penetrino nei miei pensieri e possa svegliarmi conoscendo tutti i segreti della kermesse. Oppure… no, niente. Basta così.

Perché Sanremo è Sanremo, ma la salute mentale è la salute mentale.

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