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Design 22 Gen 2024
Francesca Mattone

Design e Bias cognitivi: come evitare gli inciampi mentali

Da anni il mondo della psicologia si è avvicinato sempre di più al design e al mondo creativo, per interpretare la mente umana e capire come interagisce con gli stimoli esterni. 

Soprattutto nell’ambito del design digitale studiare la mente umana può avere un impatto significativo sulla fruizione, sull'usabilità e sull'esperienza complessiva dell'utente. Per noi designer lo studio del cervello può offrire una prospettiva unica sulla percezione umana, sul comportamento e sull'interazione con l'ambiente circostante. 

Ma cosa dice la psicologia se invece parliamo di noi designer e del nostro processo creativo? Cosa succede nella nostra mente durante l’atto di creazione? A tal proposito, oltre alla creatività come oggetto di studio, è di particolare interesse per la letteratura scientifica la percezione. Si tratta del processo che ci permette di dare significato agli input sensoriali che riceviamo dall'esterno.

Sull’argomento, come designer trovo particolarmente interessanti i Bias cognitivi

Ma cosa sono? E come possono influenzare la nostra percezione e di conseguenza il nostro processo creativo? I Bias cognitivi sono delle scorciatoie mentali che la mente utilizza per semplificare il processo decisionale. Sono come piccoli bug nel sistema, a volte utili ma spesso distorti che possono influenzare la percezione, la valutazione e persino la comunicazione visiva. Queste particolari interpretazioni non sono sempre dannose e spesso ci permettono di prendere decisioni velocemente, alleggerendo lo sforzo cognitivo per tutte quelle situazioni non particolarmente importanti. Ma ci sono alcuni di questi bias, che possiamo vedere come degli “inciampi mentali”, in grado di ingannare il nostro pensiero razionale e influenzare le decisioni, anche nel processo creativo.

Essere a conoscenza di alcuni dei bias più frequenti per noi designer può aiutarci nel processo creativo e a comprendere come possano influenzare i diversi aspetti del lavoro creativo

Ecco i bias cognitivi più frequenti per i designer:

#1 Ancoraggio

Riguarda l’abitudine a dare maggior peso alla prima informazione ricevuta. Nel design, potrebbe accadere che ci affidiamo eccessivamente alla prima idea che ci viene in mente senza esplorare altre opzioni altrettanto valide. 

#2 Conferma 

È la tendenza a cercare informazioni che confermino le nostre convinzioni o ipotesi preesistenti. Potremmo involontariamente selezionare dati che supportano la nostra idea iniziale, ignorando possibili alternative.

#3 Effetto Zeigarnik

Questo bias ci porta a ricordare meglio le attività incomplete rispetto a quelle completate. Potremmo concentrarci maggiormente sugli elementi non ancora finalizzati di un progetto, trascurando quelli già completati.

#4 Fregatura della scelta

Troppa varietà di opzioni può portarci a confusione o indecisione. Nel design, un'eccessiva complessità nelle opzioni potrebbe limitare la capacità di prendere decisioni o generare confusione nel processo creativo.

#5 Bias del punto cieco 

È la tendenza a vedere gli errori e i bias negli altri senza riconoscere i propri. Potremmo essere convinti della nostra infallibilità, ignorando le nostre limitazioni o punti deboli nel processo creativo.

#6 Bias della conformità

Questo bias può influenzare la nostra capacità di esplorare nuove idee, poiché si tende a seguire il consenso del gruppo o a evitare idee "fuori dal coro", limitando la diversità e l'innovazione.

Credo che per un designer sia importante riconoscere e accettare l'esistenza di questi bias, perché ci consente perlomeno di adottare strategie per mitigarli. Mantenere un atteggiamento aperto, il coinvolgimento di diverse prospettive, il confronto con feedback critici, l'utilizzo di tecniche di pensiero laterale e l'esplorazione di soluzioni alternative possono aiutarci a ridurre l'effetto, consentendoci di ampliare le possibilità e generare soluzioni sempre più innovative e inclusive.

Per saperne di più 

Se vi piace l’argomento dei bias cognitivi e della psicologia applicata al design e al marketing vi consiglio la lettura di “Neurobranding” (Mariano Diotto), “Pensieri lenti e veloci” (Daniel Kahneman).

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