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Marketing 19 Ago 2021
Filippo Pirini

Come fare la tua prima Keyword Research

Guida breve all’uso. 



Che cos’è la Keyword research? 

La ricerca delle parole chiave è una delle attività fondamentali per la SEO (Search Engine Optimization) ma anche per le strategie di marketing. La ricerca parte da una premessa: ovvero a chi ci riferiamo e cosa vogliamo posizionare tra i risultati di ricerca.

Questa fase consiste in un'analisi quasi sociologica e culturale del target. Bisogna partire dal presupposto che l’utente che ci sta cercando non sa chi siamo e non conosce con precisione quello di cui ha bisogno, ma lo imparerà durante la ricerca, ed in questa prima fase dobbiamo cercare di prevedere gli intenti di ricerca degli utenti (intento = scopo della loro ricerca).

Conoscere i nostri utenti e il nostro target è fondamentale. In questo articolo scopriremo come individuare i quesiti che vengono posti sui motori di ricerca e per i quali dovremo apparire tra i primi risultati con un servizio, un prodotto, un articolo oppure con un sito. 

Come fare la Keyword Research

Per iniziare partiamo da una lista di parole chiave che descrivono il contenuto che vogliamo posizionare.  

Pensate ai sinonimi utilizzabili per quel contenuto. Cercate sui siti che parlano degli stessi argomenti. Quali sono i termini più utilizzati? Chiedete ai vostri amici/parenti/collaboratori di immedesimarsi nel ruolo di potenziali utenti. Quali sono le ricerche che farebbero? Utilizzate anche le ricerche correlate che vi suggerisce Google. 

Esempio: Siamo un’agenzia di giardinaggio e vogliamo trovare nuovi possibili clienti.

Strumenti analisi SEO: 

Esistono diversi strumenti che ci permettono di effettuare questa analisi, uno tra questi è SemRush (dispone di una versione free con limitazioni, tutto quello che riporto è stato estrapolato da questa versione). Partiamo con una ricerca semplice, composta da una sola parola chiave (keyword): giardiniere.

Legenda:
Volume: volume di ricerche mensile effettuate sui motori di ricerca

KD%/Difficoltà delle keyword: difficoltà nel posizionarsi per quella parola chiave specifica, più è alto più la difficoltà aumenta. 

Questa prima schermata ci dà una panoramica generale di quanto è ricercata la parola chiave analizzata, la difficoltà di posizionarsi e numero di risultati mostrati. 

In questa seconda schermata invece ci viene fornito un estratto delle possibili variazioni, domande e parole correlate alla keyword iniziale. 

Grazie a questi dati possiamo approfondire la nostra ricerca e costruire il nostro database di parole chiave, ora prendiamo in analisi la parola chiave “come arredare un giardino”, il volume di ricerca si abbassa e passa da 8.100 ricerche mensili a 1.600, ma la difficoltà diminuisce. 

Osserviamo i risultati che ci vengono forniti, tra le variazioni delle parole chiave troviamo “come arredare un giardino spendendo poco”, il volume di ricerca passa a 590 e anche la difficoltà si abbassa. Abbiamo individuato una parola chiave sulla quale possiamo provare a posizionarci e migliorare il posizionamento del nostro contenuto. 

Un’altra piattaforma che possiamo utilizzare per trovare volumi di ricerca, parole chiave correlate e idee per contenuti è Ubersuggest

Una volta individuate le parole chiavi che ci permettono di intercettare le ricerche degli utenti passiamo ad altri due tipi di analisi, quella locale e quella per brand. Nel primo caso il nostro obiettivo è apparire tra i primi risultati per parole chiave “altamente competitive”, come il nome del nostro servizio, seguito dalla posizione geografica nella quale operiamo. Anche in questo caso dobbiamo studiare ed analizzare tutte le possibili combinazioni e variazioni. 

Nel secondo caso, quello inerente alla ricerca per brand, dobbiamo assicurarci che se l’utente cerca sui motori di ricerca il nostro brand/marchio al primo posto compaia il nostro sito, se questo non accade dobbiamo individuare per quali parole chiave brandizzate non appariamo e integrarle all’interno del sito. Come descritto all’inizio possiamo chiedere con i nostri utenti e amici attraverso quali parole ci cercano sui motori di ricerca. 

Approfondimento keyword primarie, secondarie e long tail keyword: 

Il grafico ci mostra la differenza tra parola chiave primaria, SEO, parole chiave secondarie, SEO tool e SEO tool online, e Frasi naturali (chiamate anche Long tail Keyword), Qual è il miglior SEO tool

Più la parola chiave ricercata è naturale e simile al linguaggio parlato più la concorrenza su quella parola si abbassa e il tasso di conversione aumenta. Questo accade perché il volume di ricerca si abbassa ed è più facile posizionarsi tra i primi risultati, in questo modo anche se le ricerche si abbassano i click aumentano.   

Analisi della concorrenza SEO

Anche per l’ottimizzazione dei contenuti sui motori di ricerca l’analisi della concorrenza è un passaggio fondamentale, come fare e come riconoscere un competitor valido da uno non valido?  

Il primo strumento che dobbiamo usare e sui ci dobbiamo basare è il motore di ricerca. Effettuare le ricerche estrapolate dal capitolo precedente ci permette già di vedere quali sono i competitor che dovremo affrontare sui motori di ricerca per posizionarci prima di loro. 

Quando osserviamo la SERP (pagina dei risultati del motore di ricerca) dobbiamo differenziare i posizionamenti SEO da quelli SEA (con l’etichetta “Annuncio” di fianco all’url relativo alla pagina), per capire e distinguere i competitors organici da quelli a pagamento. 

Effettuare ricerche con parole chiave su cui vogliamo posizionarci ci permette di vedere cosa fanno i nostri competitors e come lo fanno, quali titoli usano, che parole chiave ci sono all’interno dell’articolo/pagina, com’è strutturato, qual è la Call To Action, e molto altro ancora. 

È solo una base di partenza 

Una volta che la nostra keyword research iniziale è completata e integrata anche grazie all’analisi della concorrenza, possiamo iniziare a categorizzare le parole chiave primarie, secondarie e long-tail keyword individuate. In alcuni casi è sufficiente creare contenitori in base alle tipologie di keyword primarie individuate, ad esempio un macro tema che accomuna alcune keyword ma non altre, non sempre basta questo. A volte è necessario un’ulteriore analisi semantica, questa analisi ci permetterà di creare una struttura unica dentro alla quale la classificazione dei contenuti che andremo a creare rimarrà sempre identica, ad esempio se in futuro si volesse andare ad aggiungere altri contenuti non individuati nella prima analisi. 

Il blog è solo una delle parti che può essere categorizzata, altri esempi di classificazione di contenuti possono essere i settori di cui ci si occupa e i servizi che si emettono. Anche in questo caso le analisi primarie da effettuare sono le stesse delle categorie del blog, classificare le parole chiave trovate durante la keyword research e l’analisi della concorrenza ci permette di accelerare questo processo. 

Nota bene: non sempre è necessario creare classificazioni per settori e servizi, l’attività di ottimizzazione per i motori di ricerca non deve influire con quella di esperienza dell’utente durante la navigazione del sito, troppi click, pagine di passaggio, e poco tempo passato sulle pagine influisce in maniera negativa sulla classificazione di quest’ultima per i motori di ricerca.

Quella che abbiamo visto finora è solo un piccolo aspetto del macrotema Search Engine Optimization, ma come tutte le cose belle vanno viste un po’ alla volta, non bisogna mai accelerare i tempi e rovinarsi il finale e il piacere della sorpresa!

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