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13 Dic 2023
Francesco Grazioso
Venti curiosità sul mondo dell'Internet
Pensi che internet ormai non abbia più segreti per te? Beh, ti sbagli.
- Il celeberrimo “www” con cui principiano gli indirizzi dei siti significava, originariamente, “Weeee Walter Weltroni!!!”. Fu modificato in seguito perché poco d’impatto.
- Il primo nome preso in considerazione per “Internet” fu “Sarabanda - Il Torneo Dei Campioni” e prevedeva un ruolo per Enrico Papi.
- Nel web ci sono abbastanza siti da poter riempire una cabina di uno stabilimento balneare. In particolare il Bagno Gildo di Cervia.
- Su internet si possono trovare anche siti non osè.
- Non ci sono prove che possano dimostrare che Massimo Giletti sappia navigare su internet.
- Per una strana coincidenza, se si appoggia un fenicottero appena nato su una tastiera, appare la pagina wikipedia di Nanni Moretti. Seppur con molte imprecisioni.
- Nonostante il nome possa rievocare una palese consonanza, il www non ha nulla a che fare con la dinastia Kennedy. Ha legami, invece, con la dinastia dei Savoia con la quale condivide il blasone.
- Il termine “bannare” deriva dall’antica usanza dei latini detta “bannanus” in cui le persone poco gradite in società venivano costrette fuori dai confini delle città umiliate sotto una sassaiola di bucce di banana.
- Il mondo degli sviluppatori organizza settimanalmente partite di calcetto tra Internet e Milannet. E tutti giù a ridere. Al campo, poi, non si presenta mai nessuno perché avevano karatè.
- I due ricercatori del CERN di Ginevra Tim Berners-Lee e Robert Caillau, il giorno del 1989 in cui proposero il progetto di un software per scambiare informazioni e documentazioni elettroniche, venivano da una pesante litigata. Tim fu preso da un attacco di malinconia senza freni, rievocando i tempi antichi della scuola. Periodo in cui i capelli cullati dal vento della sua compagna di classe Agatha gli riempivano il cuore di pensieri belli, facendogli dimenticare i suoi genitori che non stavano più insieme, il fratello più alto e bello di lui, il motorino che non partiva più, il meteo instabile che rovinava la sua estate. Tim confessò tutto questo a Robert, sicuro di trovare empatia e comprensione. Robert, dopo averlo ascoltato sorridendo concluse il dialogo con un secco: “Ma... serio!?! Minchia chepppaaaaallleeeee!”.
Da lì i due si rinchiusero in un irritato e profondo mutismo, messo in pausa solo durante la presentazione di internet. I milioni di dollari non risolsero la questione. Tutt’ora c’è un sincero imbarazzo.
- Le “cache”, aree di memoria molto veloci ma tendenzialmente di un basso ordine di grandezza di capacità, si dovevano chiamare “mnemis”. Ma l’inventore spinse per chiamarle “cache” perché lo faceva sorridere il fatto che la parola assomigliasse a “cacche”… ahah, in effetti!
- In una segretissima ed introvabile imitazione di Facebook dedicata ai soli simpatizzanti nazisti, quando uno degli iscritti apprezza il contenuto di un account gli mette “reich”. I contenuti non apprezzati sono invece “post bellici”.
- A 39 anni, Ludwig van Beethoven si accorse di essere diventato completamente sordo perché: “oh ma perché nessuno mi manda più trilli su MSN?!”
- Con Internet ormai puoi fare veramente di tutto. E anche dal telefonino.
- L’ “oggetto” da inserire nelle Mail era inizialmente un ventaglio.
- Ho letto su internet che il titolo originale di “Ossi di seppia” era “Ossi di seppia, bel tempo si speppia”.
- Alla cena di Natale dei motori di ricerca Safari, Gibiru e Yahoo vengono messi in un tavolo a parte, badati a vista da quella che credono essere una “Tata”. Poverini.
- Durante le videochiamate in pieno lockdown, da un certo minuto in poi tutte le parti volevano onestamente concludere la chiamata perché “anche basta”. Iniziava, così, una lotta a chi trovava per primo una motivazione credibile e incontestabile: "Dai, vado che devo fare una roba". "Dai vado che dovró pur mangiare!". "Dai, vado che tra poco devo uscire!" e qui giù risate. Ma poi, almeno, ne siamo usciti tutti migliori.
- Sebbene nel 1993 fossero ancora diffusi in alcune zone degli Abruzzi, i dinosauri visibili in “Jurassic Park” sono stati ricreati con l’aiuto di alcuni computers.
- Internet ci ha permesso di connetterci con persone da tutto il mondo, da vecchi compagni di scuola a perfetti sconosciuti che abitano dall’altra parte del pianeta e con i quali condividiamo i gusti musicali. E ci sentiamo così capiti, così rassicurati: perché ci sembra tutto possibile. Non più soli perché sommersi da opinioni e interazioni di persone che la pensano come noi.
Ma a cosa pensiamo realmente noi? Con chi non ci connettiamo? Con chi abbiamo lasciato indietro. Affetti con i quali abbiamo condiviso minuti, giorni e ore, e risate, tante risate, indimenticabili risate. Persone che adesso ci appaiono più sconosciuti di un ventenne portoricano visto di sfuggita in una live.
E tutto quello che ci andrebbe di fare non è far finta di saper parlare in inglese durante una discussione cinematografica, ma guardare verso la luna di questa gelida notte, sperando che anche chi è rimasto un ricordo della nostra più pura nostalgia faccia lo stesso, e sussurrare piano: “chissà se anche tu, tra gli impegni di persone sempre più adulte, ti prendi qualche minuto, ogni tanto, per ricordare quanto stavamo bene insieme, da spensierati.”
Alla prossima.
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