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Design 14 Dic 2022
Matteo Collina

Apologia di un designer autodidatta

Intraprendere una carriera da Designer autodidatta non è una cosa che consiglierei necessariamente a qualcuno: puó essere un percorso pieno di ansie, ostacoli ed ingiustizie che metterà alla prova costantemente la vostra motivazione e la vostra autostima.

Esistono svariate ragioni che possono portare a non intraprendere scuole d’arte o università di Design: motivi economici; cambi repentini di aspirazione o interessi; semplicemente la mancanza totale di interesse nello studio e nelle attività didattiche (come è stato per il sottoscritto) e molte altre. Nonostante ció, quando vi proporrete come Designer, agli occhi di molte persone apparirete sempre come coloro che hanno scelto la “via facile” ed hanno preferito “cazzeggiare” invece che studiare. Dovrete sgomitare un bel po’ per dimostrare ad amici, colleghi e clienti che sapete il fatto vostro, soprattutto in un ambiente come il design dove chiunque può appellarsi al proprio gusto estetico per svalutare il vostro lavoro. Preparatevi dunque a convivere con battutine, sindrome dell’impostore ed inadeguatezza…ma ne varrà la pena!

Ci sono infatti diversi aspetti positivi e punti di forza nell’essere autodidatti che vorrei condividere con voi assieme a qualche consiglio pratico per non lasciare che lo sconforto predomini sulla vostra passione:

1) Siete dove siete perché lo volete veramente.

Vi siete approcciati ad un mondo vastissimo come il design grazie alla vostra costanza e determinazione e senza l’aiuto di nessuno, superando un percorso tortuoso che avreste potuto abbandonare in qualunque momento senza troppe ripercussioni: non credo ci sia miglior prova della vostra passione per questo lavoro di questa.

2) Avere meno regole può aprirvi più possibilità.

Il design è composto da regole e stratagemmi comunicativi più o meno fondamentali che possono semplificarvi il lavoro e rendere più ufficioso il vostro operato quando lo presentate al cliente. Spesso però, a mio parere, ci si sofferma troppo ad osservare le regole finendo così per “ingabbiare” la nostra creatività senza rendercene conto. Con questo non sto dicendo che chi ha un percorso di studi accademico alle spalle debba per forza avere la testa imbottita di regole e paletti, ma sicuramente studiare da autodidatta mi ha permesso di calibrare le informazioni ed apprendere tali regole in funzione di ciò che mi interessava migliorare in quel momento. 

3) Essere umili è una necessità.

Si sa, l’ambiente creativo è ricco di competizione e questo perché siamo quasi tutti (giustamente) molto protettivi nei confronti delle nostre idee e dei nostri gusti e raramente siamo disposti a farci mettere in discussione da qualcun altro. Spesso complici sono le agenzie, che con i loro ritmi di lavoro serrati impongono di avere l’intuizione migliore nel minor tempo possibile creando cosi una sorta di gara non dichiarata tra designer. Non so a voi, ma a me quel senso di “disparità” fittizia che provavo inizialmente verso i miei colleghi laureati ha sempre motivato ad imparare il più possibile da loro piuttosto che accendere la competizione nei loro confronti. Sapevo di non potermi permettere di essere orgoglioso o di impuntarmi sulle mie idee poiché dovevo imparare e farlo in fretta e fortunatamente ho sempre trovato persone disposte ad aiutarmi senza remore.

4) La paura uccide la curiosità.

L’insicurezza e la paura di sbagliare possono compromettere le nostre prestazioni ed alterare la percezione che abbiamo dei nostri risultati a tal punto da convincerci erroneamente di essere negati per questa professione. Seppur questo problema affligga moltissime persone bisogna riconoscere che noi autodidatti partiamo svantaggiati: nessuno ci ha detto da dove partire, cosa studiare e quando siamo pronti per il mondo del lavoro; è quindi fondamentale fidarci delle nostre intuizioni e del percorso che ci ha portati fin qui. Una volta imparato ad esporre le proprie idee senza vergogna né paura del giudizio è tutto in discesa, ve lo garantisco.

In conclusione, a prescindere che vi sentiate rappresentati dalla mia esperienza o meno, credo sia importante smettere di preoccuparsi di questa benedetta laurea perché quasi sempre l’unica differenza tra voi e chi ne ha una è solo la sopracitata “paura del giudizio”, nessun cliente vi chiederà mai che università avete fatto se non per pura curiosità personale e per quanto riguarda i datori di lavoro… beh, avrete modo di dimostrargli il vostro valore sul campo!

Se questo sproloquio non fosse bastato per spronarvi, ecco qualche nome di Designer autodidatta che è passato alla storia a modo suo. ;)

– Raymond Loewy (1893-1986)

– Coco Chanel (1883-1971)

– David Carson (1965- )

– Wally Olins (1930-2014)

– Alexey Brodovitch (1898-1971)

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