Chit-Chat
AAA Babbo Natale cercasi
“Luglio, col bene che ti voglio, vedrai non finirà” cantava Riccardo Del Turco.
Ed effettivamente, diciamocelo, quest’anno la sensazione è esattamente questa: che questo lungo, caldo, estenuante, rovente, sfiancante, incandescente, massacrante, infuocato mese di luglio non abbia alcuna voglia di finire. E così oggi, sorseggiando il terzo Polase della giornata immersa in un tripudio di sudore, afa e umidità, un solo pensiero è riuscito a darmi un briciolo di conforto: la consapevolezza che mancano esattamente 149 giorni a Natale.
Lo so, lo so. In sottofondo sento già riecheggiare i cori di protesta provenienti dagli agguerriti appartenenti al "team estate” e il rumore sordo di tutti i pc che, dopo questa mia ignobile affermazione, sono stati brutalmente chiusi. Precisiamo: nel Chit Chat di oggi, la mia intenzione non è in alcun modo quella di dare vita ad una guerra all’ultimo sangue tra i sostenitori del gelato e gli appassionati del panettone (o forse sì?), ma è più che altro un tentativo disperato di trovare un momento di evasione, almeno con il pensiero, dalla torrida estate che stiamo vivendo.
È, dunque, con un pizzico di sarcasmo che oggi passeremo in rassegna tutti i principali motivi - da me accuratamente selezionati in maniera sicuramente poco democratica e senza alcuna pretesa di obiettività - per cui ritengo sia assolutamente impossibile non amare il Natale.
I JINGLE SENZA TEMPO
Partiamo col botto: con tanta stima e affetto per la triade Alvaro Soler, Enrique Iglesias, Daddy Yankee e i loro tormentoni estivi, ma esiste davvero qualcuno che può dire di aver resistito almeno una volta all'irrefrenabile impulso di canticchiare sottovoce, tra le corsie del supermercato, “All i want for christmas is you” di Mariah Carey, “Last christmas” degli Wham! o l’irresistibile motivetto di “Jingle bell rock”?
GLI SPOT DI NATALE
Sugli spot di Natale non ammetto alcuna obiezione: da Coca Cola, a Apple, a Bauli: le pubblicità ideate ogni anno per le feste natalizie sono sempre un vero capolavoro di nostalgia e creatività, pensate per farci tornare bambini e stamparsi nella nostra memoria per l’eternità. Insomma, a chi non scende una lacrima se dico “Buttati, che è morbido”?
LA FILMOGRAFIA
I film di Natale rappresentano da sempre il perfetto connubio tra emozione, magia e rassicurante banalità. Ma se da un lato è la certezza del lieto fine a piacerci, dall’altro è soprattutto la loro tanto inaspettata quanto universalmente accettata insensatezza ad averci rubato il cuore: così, un bambino che vaga in totale autonomia per le affollate strade di New York mentre la famiglia è in vacanza diventa la normalità, un mostro verde e peloso che impara ad amare il Natale si converte nel nostro più grande eroe e le banali storie d’amore nate sulla neve si trasformano in un romantico e desiderato cliché.
I PIGIAMI DI NATALE
Oggettivamente brutti, spesso imbarazzanti e potenzialmente infiammabili grazie alla loro composizione 100% acrilico: è questo il paradiso? Forse no, ma una cosa è certa: non esiste nulla di più comodo e accogliente di un pigiama natalizio, meglio ancora se con una renna o un omino di pan di zenzero in primo piano sulla maglietta.
Giunti alla conclusione, ora possiamo ufficialmente riappropriarci dei nostri ventagli, spalmarci la nostra crema solare e tornare ai nostri spensierati aperitivi al mare, questa volta, però, con un velo in meno di tristezza nel cuore al pensiero di cosa ci aspetterà dopo che questa indimenticabile estate sarà giunta al termine.
P.S.: E per tutti gli hater del Natale che hanno letto questo Chit Chat sbuffando e alzando gli occhi al cielo: voglio solo ricordarvi che Babbo Natale legge anche nel pensiero!
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