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Cool Stuff 13 Mag 2024
Francesco Grazioso

Il mistero dei titoli stranieri tradotti male in italiano

Le cose che non vanno proprio alla grandissima in Italia sono “abbastanza”. Detto questo non credo di possedere lo spessore necessario per sistemarle tutte io, lo sottolineo anche solo per non replicare il cattivo giudizio che ricevetti alle superiori quando dopo un tema sulla mafia la professoressa decise di appiopparmi un “5,5” per non aver saputo dare una soluzione concreta al problema. Della mafia. Io. A 18 anni. Vabbè, insomma, sulle grandi tematiche ho già dato, così mi sono limitato, cercando di scendere nei meandri dei “problemi minori” del Bel Paese che abitiamo e affrontare uno dei più criptici interrogativi della storia: perché in Italia traducono i titoli dei film stranieri stravolgendone il senso? E la risposta, come sempre del resto per gli assurdi problemi italiani è: “Non lo so”.

“Non lo so” perché non si può neanche dire che i titoli originali fossero brutti, anzi in molti casi è l’inizio della poesia che troveremo nel film; “non lo so” perché non ho (ancora) appigli nelle case di produzione coinvolte per poter chiedere direttamente; “non lo so” perché forse è meglio così, perché il motivo potrebbe essere ancora più assurdo di quello che crediamo e passare dal “non lo so” al “no dai non ci posso credere” risulterebbe molto frustrante.

Limitiamoci, allora, a ripercorrere alcuni dei casi più emblematici di cambiamenti dei titoli nella trasposizione italiana. Un argomento utile anche solo per “bullarsela” nel corso di una bella cena, buttando in mezzo alla tavola con nonchalance ad amiche e amici: “ma lo sai che il titolo originale di ‘Jurassic Park'  era ‘Jurassic Parma’ e si doveva ambientare a Parma?”. Ovviamente questo non è vero, purtroppo. 

Ma potete giocarvela come gag citando la fonte.

L’attimo fuggente, 1989

Iniziamo con il botto con uno dei film più emozionanti sul tema della formazione e dell’insegnamento (in netto contrasto con la mia professoressa del liceo). Trasformare in “L’attimo fuggente” “Dead Poets Society”, ovvero “La setta dei poeti estinti”, l’associazione clandestina fondata dagli studenti grazie agli stimoli del prof. Keating, è un oltraggio alla potenza del film. Comprensibile che il titolo voglia richiamare la lezione del “Carpe Diem” di Orazio, momento clou del film, ma ci sarà un motivo se l’edizione italiana è l’unica con un titolo diverso dall’originale.

Se mi lasci ti cancello, 2004

Forse il caso più eclatante e senza senso. Il titolo originale è un verso estratto dalla poesia “Eloisa to Abelard” del poeta inglese Alexander Pope:

«How happy is the blameless vestal's lot!
The world forgetting, by the world forgot.
Eternal sunshine of the spotless mind!
Each pray'r accepted, and each wish resign’d.»

“Eternal sunshine of the spotless mind”, un titolo che carica di poesia uno dei film più potenti ed emotivamente massacranti di Michel Gondry è, di fatto, trasformato nel cliché della commediola romantica americana. Da non credere come non possa essere subentrato qualche dubbio al momento della distribuzione.

Mamma, ho perso l’aereo, 1990

“Home alone”. Due parole che spiegano cosa succede nel film. Tra l’altro anche facilmente traducibile in italiano con altrettanto dono della sintesi. Ma perché non inventarsi un fantomatico dialogo con la madre lontana che farebbe durare il film molto meno? “Mamma, ho perso l’aereo!” “Oh no! Però tutto bene?” “Sì, a parte due ladri che minacciano di rapinarci” “Oh, diavolo! Chiamiamo la polizia! Verranno a bussare da te: apri mi raccomando!” “Ok, nessun problema!”. Finito, niente piano di difesa né tarantole in giro per casa. E invece, guarda un po’, il succo del film sta proprio nel fatto che un bambino rimane “A casa da solo” senza l’accortezza di comunicare niente con nessuno. Per non parlare della miriade di film il cui titolo inizia con “Mamma, ho fatto questo”, “Mamma, ho fatto quest’altro” a seguire. Ma va bene, tanto è già leggenda. Però peccato.

(500) giorni insieme, 2009 

Qui siamo di fronte a un vero mistero. Il titolo originale, “(500) Days of Summer”, crea un gioco di parole intriso di significato: non solo Summer è il nome della protagonista femminile, ma i 500 giorni di “Estate” sono quelli che vive il protagonista al suo fianco. “Bene” - diranno i lettori meno attenti - “ma se la protagonista del film si chiama Summer, il gioco di parole si perde con 500 giorni di Summer”. E qui casca l’asino! Perché il lavoro di traduzione è stato iniziato ma non portato a termine: il nome della protagonista nella versione italiana è stato tradotto, sapientemente, in “Sole”, così che il titolo potesse avere la stessa valenza di significato dell’originale. Però… perché non mettere un bell’ “insieme” a stravolgere un bel po’ il senso della storia d’amore/non storia d’amore del film?

Le ali della libertà, 1994

In questa riuscitissima trasposizione cinematografica di un racconto-capolavoro di Stephen King tratto da “Stagioni diverse” si assiste a un ingarbugliarsi di traduzioni e rimandi.

Il libro è composto da quattro racconti, ognuno simbolo di una “stagione dell’anima”, proprio per questo il titolo originale della storia nel romanzo è “Hope Springs Eternal - Rita Hayworth and Shawshank Redemption”. Con un gioco di taglio la versione originale del film è diventata “The Shawshank Redemption”, escludendo il riferimento alla stagione, difficile senza le altre storie, ed eliminando la povera Rita Hayworth che eppure gioca un ruolo fondamentale tra le mura del carcere di Shawshank. Troncatura accettabile che poteva diventare tranquillamente “La redenzione di Shawshank”, visto il riferimento al libro che ha mantenuto il titolo originale. Ma perché non introdurre un tocco di onirico tirando in ballo delle ali? 

L’amore bugiardo, 2014

Solleviamo la colpa dall’industria cinematografica (anche se avrebbe potuto intervenire) perché la traduzione deriva dall’edizione italiana del libro da cui è tratto il film di David Fincher. Senso stravolto e, se posso, anche mezzo spoiler.

Misery non deve morire, 1990

Come si chiama il libro da cui è tratto? Misery. Anche in italiano? Anche in italiano. E il film originale? Misery. Il nome di Misery è stato modificato nella versione italiana del film? No. E allora perché aggiungere che “Misery non deve morire” già nel titolo? Se nel caso de “L’amore bugiardo” si iniziava a sentire puzza di spoiler, qui l’odore è bello forte (seppur non gravissimo). Un titolo secco, riconoscibile e dal significato meta-testuale visto che Misery è la protagonista della serie letteraria scritta dal protagonista del film, tanto amata dalla folle co-protagonista. Questa traduzione pesa parecchio nel mio animo anche perché, ancora una volta, viene messo becco sul genio creativo di Stephen King.

“Codice d’onore”, 1992

“Pochi uomini buoni” o “Una manciata di uomini buoni” sarebbe stato il titolo perfetto per uno dei legal drama/thriller più riusciti della storia del cinema. E infatti lo era: “A Few Good Men”. Nella versione italiana si mette in bella mostra un “codice d’onore” che è, sì, al centro del film ma annulla la riuscitissima sfumatura di significato che il titolo originale vuole incentrare sul lato umano della vicenda. L’idea che abbiano voluto cambiarlo in questo modo non può che lasciarci come Jack Nicholson in una delle scene clou del film: un po’ alterati. Che poi è il mood standard di Jack (che salutiamo, ndr).

“Il giovane Holden”, 1952

Chiudiamo con una deviazione puramente letteraria e con uno degli stravolgimenti più noti.  Probabilmente “The Catcher in the Rye”, frammento di una canzone in lingua scots, non avrebbe mantenuto la stessa potenza semantica in italiano.

“Gin a body meet a body
Coming thro' the rye,
Gin a body kiss a body
Need a body cry?”

Forse, però, avrebbe acceso la curiosità, avrebbe indotto il pubblico a cercare questo ulteriore significato. 

E, forse però, il titolo è già una grossa parte dell’atto creativo di un autore e, per avere una panoramica completa dell’opera, sarebbe opportuno tutelarlo. Un po’ come se “Il nome della rosa” si fosse chiamato in tutto il mondo “The Abbey Murders”.

Siamo pur sempre quelli che hanno tradotto in Francesco Bacone (che occasione persa per chiamarlo Ciccio Pancetta)  e Tommaso Moro Francisc Bacon e Thomas More.

Ma va bene così, i problemi qui da noi sono decisamente altri e molti non hanno neanche ancora un titolo. 

(Continua…?)

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