Viva le parole, viva Mattia Torre!
Viva le parole, viva Mattia Torre!
Viva le parole, viva Mattia Torre!
Quando sono davanti ad un foglio bianco, nell’atto di “dover” scrivere qualcosa per riempirlo, mi ritrovo sempre a pensare: “ma chi me l’ha fatto fare?”, cercando di virare subito su qualsiasi altra cosa nel mondo pur di non iniziare a scrivere delle banalità.
La differenza sta tutta lì, nella distinzione tra “dovere” scrivere, “sapere” scrivere e “potere” scrivere di qualcosa.
“Potere” è un traguardo fatto di battaglie, sacrifici e merito, “sapere” è un dono che deve essere trattato con cura nel tempo, principalmente leggendo e cercando parole nuove negli altri.
“Dovere è un’esigenza e, ogni tanto, anche una condanna. Un’esigenza che può essere personale o professionale, ciò dipende molto da come si affronta la realtà che abbiamo intorno e il foglio bianco che abbiamo davanti.
Questo vuole essere un piccolo e umile omaggio a chi ha saputo e dovuto, per esigenza personale, scrivere di tutti noi a tutti noi ma, ahinoi, non può più: Mattia Torre, neo-premio David di Donatello per la migliore sceneggiatura originale per il film “Figli”.
Mattia Torre è uno degli autori che meglio ha saputo raccontare l’Italia e gli italiani negli ultimi anni: una società sgretolata, assurda e contraddittoria fatta di macchiette, tic, furbi e geni, tutti messi insieme in quello che sembra essere una sorta di gigantesco palcoscenico in cui i personaggi sono “solamente”, per modo di dire, da inserire in una sceneggiatura.
Mattia Torre aveva la capacità di osservarci, capirci, trovare i lati più comici e oscuri e raccontarceli, trasmettendo quella sensazione di divertimento e imbarazzo che lascia spazio solo al pensiero: “speriamo che non stia parlando di me”.
Ridicolo scegliere delle parole giuste e accattivanti per esprimere il talento di chi le ha utilizzate per raccontarci, quindi, l’invito è quello di recuperare tutte le sue opere, dal cinema alla televisione passando per i libri, In mezzo al mare su tutti, per riuscire a capire un pochino più di noi e delle persone che abbiamo intorno quotidianamente.
Non si può non incominciare dalla serie “Boris”, scritta e diretta con Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, vero cult che tratta delle vicende di un set “all’italiana”, per continuare con “La linea verticale”, serie Rai che racconta, in chiave autobiografica, tutte le vicissitudini della malattia affrontata dall'autore: una fotografia unica della vita all'interno dell’ospedale vissuta attraverso gli occhi del paziente a cui viene stravolta l’esistenza.
Al cinema ci ha regalato “Piovono mucche”, “Boris – il Film”, “Ogni maledetto Natale”, “Il grande salto” e “Figli”, storia, tratta dal suo monologo “I figli invecchiano”, dell’evoluzione di una coppia all’arrivo del secondo figlio, che gli ha consegnato il meritato David di Donatello postumo, ritirato dalla figlia Emma e dalla moglie Francesca, con un toccante discorso.
Per rendere omaggio a Mattia Torre in questo giorno speciale, vi proponiamo una serie di citazioni e monologhi recitati da suoi amici attori.
Perché oltre alle risate e alle riflessioni che le sue opere ci hanno regalato, Mattia Torre è stato uno dei migliori nel dare il giusto peso ad una delle armi più importanti e potenti che esistano: le parole.
Ecco le sue:
“In televisione tutto deve essere comprensibile e chiarissimo. Un ospite di un talk show deve sapere alla perfezione chi è, deve potersi riassumere in poche battute e risultare comprensibile al grande pubblico: io sono così e così e così. E lo spettatore a casa pensa: “Ma certo”.” (In mezzo al mare)
“L’atto di dare fiducia a qualcuno per definizione non è un atto infelice, è un atto felice. Se ti fidi, sei felice. Se si fidano di te, sei felice. Ed è ciò di cui abbiamo più bisogno: di fiducia.” (Il voto infelice e contento. Le elezioni del 2018 viste da Mattia Torre)
“Sono cittadini di un’altra era, ma di un’era che deve ancora venire, non hanno bisogno di glorificare sé stessi, sono felici perché sono innamorati di quello che fanno.” (La linea verticale)
“La politica italiana da molto tempo è una lotta a chi è più deluso, e gli altri sono soddisfatti se tu sei più deluso di loro, e tu godi se loro sono delusissimi.” (Il voto infelice e contento. Le elezioni del 2018 viste da Mattia Torre)
“A parer mio quasi tutti sanno cos’è una storia, fino a che non si siedono a scriverne una.” Flannery O’Connor
Il mestiere dell’autore è un mestiere criptico, tutti pensano di saperlo fare. Ed in parte è vero, tutti siamo sceneggiatori, basti pensare a quello che la nostra mente riesce a partorire nel cuore della notte quando sogna: kolossal e kolossal tutti i giorni. Il vero problema è sedersi, ricordarseli, mettere in ordine quei pensieri sfuggenti e regalare al mondo delle storie. Storie fatte di parole che rimarranno per generazioni e generazioni.
La capacità di dare potenza alle parole e saperla tramandare. Non esiste cosa più preziosa ed importante, soprattutto in questo momento in cui sembra sfuggirne il giusto peso.
Grazie di tutto.
Viva le parole, viva Mattia Torre!